Ho letto mille commenti, ho girato centinaia di siti. Volevo scoprire cosa potessero pensare di Marcelo Bielsa. Levando il classico “ma chi lo conosce” ci sono stati due tipi di commenti che mi hanno lasciato basito:
- Farà la fine dei vari Menotti e Terim, allenatori capaci solo dalle loro parti.
- Bielsa? E’ un suicida, tanto vale prendere Zeman
Per qualche strano motivo gli allenatori stranieri, vincenti all’estero, sono venuti in Italia con le stigmate dei profeti e molti di loro hanno fallito (su tutti il Re dell’Intercontinentale, Carlos Bianchi). Un conto è fallire come fece Bianchi, o il citato Menotti, un conto è fallire come Terim.
Un grandissimo allenatore, le sue squadre sono un mix di agonismo devastante (in grado di
rimonte epiche). Nel nostro paese offrì un grande calcio ma non un presidente che gli credette (prima si ritrovò Vittorio Cecchi Gori ad un passo dal fallimento e nel secondo il peggior Berlusconi come presidente del Milan. Ricordo certe contestazioni…).
E’ questo pregiudizio, per avvalorato dai nostri giornalai sportivi: gli allenatori stranieri non sono in grado di reggere il tatticismo italiano mentre i nostri, avendo sia qualità di gioco sia tattica, sono in grado di vincere anche all’estero. E’ vero, qualcuno dei nostri sta andando bene (su tutti il Trap) ma non è così facile. All’estero ci sono fisionomie diverse, modi di pensare che sarebbero improponibili da noi. E’ vero, le piccole squadre contro le grosse all’estero rischiano di prendere anche 6-7 reti ma giocandotela hai una possibilità: chiudendoti in 10 dietro la metà campo puoi vincere con il classico tiro in porta e barricate. Temo sia improponibile una squadra come il Messico di Aguirre all’ultimo mondiale, decisamente la migliore per distacco in base al gioco espresso: in fase di non possesso giocava con il 4-3-3. In fase di possesso diventava un 3-4-2-1 con gli esterni difensivi che andavano a centrocampo e il mediano che arretrava insieme ai difensori. In modo tale da avere sempre 7 giocatori con le quali compiere le due fasi. Una cosa del genere non è geniale e poetica allo stesso tempo?
Il suicidio tattico di cui si parla è una follia, palesemente una cazzata. Il 3-3-1-3 è sicuramente un modo spregiudicato di giocare ma è coraggioso, è piacevole e puoi andare incontro a qualsiasi cosa. Nel bene e nel male. C’è stato un uomo che ha applicato questo gioco, riuscendo a portare a casa qualche risultato: Ezio Glerean. Sandonà, Cittadella, Bassano. Tre formazioni, tre province, tre colori diversi delle maglie. La stessa regione, lo stesso modulo, gli stessi risultati. A Bassano ha aperto la strada all’attuale formazione che si barcamena tra i jeans e la decadenza (una finale di Coppa Italia di C vinta, tantissime regine della Terza Serie non possono dire lo stesso) .
A Sandonà un calcio visionario e probabilmente i migliori risultati di sempre sulle sponde del Piave. A Cittadella il capolavoro e non ne voglia un bravo tecnico come Foscarini (ha realizzato anche la promozione dell’Alzano, come dimenticare). La vera pugnalata al cuore è sentire queste parole verso il Maestro boemo, come se fosse disgustoso quello che fa. Che sarà mai… E’ un calcio vero, dove anche facendo le nozze con i fichi secchi si porta a casa qualcosa (il Foggia dubito che senza questa stagione appena conclusa poteva parlare di una successiva). Ci si deve divertire, appassionare alle cose. Non necessariamente devono finire bene ma le emozioni che si provano nessuno potrà rubarcele.
Si deve cercare di mantenere la passione dei tifosi e dare, cercare di giocare per i tifosi. Dare spettacolo. Io penso che non basta vincere 1 a 0 per essere felici e contenti se non si è dato niente alla gente. Penso che la gente debba tornare a casa contenta… Che ha visto qualche cosa, e si è divertita.
Il problema non è nei rovesciamenti di fronte che può subire un organico che gioca a zona, usa le tre punte o schiera la difesa a centrocampo: il problema è il non saper vivere nel piacere della vita senza evidenti (per gli altri) soddisfazioni. Io voglio innamorarmi, anche solo per una sera. Guardare qualcosa che mi folgora, tanto non avrò il coraggio di fallire e sognerò inutilmente. Questi uomini non hanno bisogno di sogni perché provano già a realizzarli. Il miglior approccio che si possa avere della vita.